NATURE IS PERFECT

Filo conduttore di tutte le idee è comunque la natura, cui rimandano sempre le mie opere, come dichiarano anche i titoli scelti, ad esempio Nature is perfect (una serie di opere in travertino). L’osservazione della natura, del suo illimitato repertorio arricchisce l’esperienza della forma e nutre l’ispirazione. Alla fine anche l’immagine dell’opera è un indubbio tributo ad essa. Per questo, per uno dei miei lavori più monumentali, ho scelto come titolo un’illuminante frase di Seneca: “Omnis ars imitatio naturae est”, che sintetizza tutto il mio percorso.

Giorgio Palù

Le opere qui presentate raccontano un aspetto fondamentale e imprescindibile della ricerca di Giorgio Palù, un modello assoluto e una fonte di ispirazione alla quale l’artista continua a tornare, anche quando con una mano progetta architetture e con l’altra si avventa sulla materia scultorea: la natura.

Materiale d’elezione di questi lavori è il travertino, tra i più amati dall’artista e lungamente sperimentati nel corso della sua indagine: ora attraversato da infinite aperture irregolari, ora pugnalato con esatte cavità circolari che paiono occhi tesi sull’oltre, ora accarezzato da cromie delicate, ora lambito da vampate dorate, il travertino, nella sua mineralità e modulazione, è corpo neutro o rossastro, sempre lavorato a mano dall’artista, sul quale si dipartono le innumerevoli variazioni germinanti dalla sua visione scultorea.

Posta su basamenti progettati appositamente da Palù, ogni opera diventa presenza quasi antropomorfa, mistica creatura che ha sopportato le ferite dell’uomo per ergersi in tutta la sua potenza.

Una di queste si chiama infatti San Sebastian: busto che si attorciglia su di sé e conta ogni colpo ricevuto, restituendolo in onda materica.

Opere come inni al tempo e alle stratificazioni della pietra nel tempo, opere come paragrafi di un racconto che “proprio nel lento, radicale e inarrestabile mutamento, ha impressa la propria impronta: ne sono un esempio le severe colate laviche e quei suoi monoliti che, ricavati con rigido rigore dalla pietra più nobile così come da quella assai più comune, egli mostra in tutta la loro eterna perfezione metamorfica e sedimentaria”. Così ha scritto Francesco Mutti, evidenziando come la “conoscenza fisica della materia e un assoluto rigore progettuale fortificano dunque il percorso dell’artista italiano, assieme un certo compresente fascino creativo che fin dagli esordi ammette nel modulare il mondo che lo circonda: creatività che raramente diviene creazione, in virtù di un procedere che ha volontariamente allontanato lo spettro della fredda emulazione a favore di una continua riscoperta di quella Natura per la quale egli prova un rispetto assoluto”.